Viaggio a il Cairo - Daniele Bassetto
Le strade del Cairo sono un microcosmo pulsante e
contraddittorio, dove la vita quotidiana si svolge tra caos e poesia. In ogni
angolo della città, specialmente nei quartieri popolari, la strada non è solo
un luogo di passaggio, ma un’estensione della casa, uno spazio condiviso dove
la vita si mostra nella sua forma più autentica.
Gli abitanti trascorrono buona parte
della loro giornata per strada. I venditori ambulanti gridano le loro offerte –
frutta, pane, spezie, tè caldo servito da carretti cigolanti – mentre le
botteghe aperte sulla via espongono la merce come in una fiera perenne. Le
donne escono per la spesa, scambiano parole con le vicine, controllano i figli
a distanza. Gli uomini si ritrovano nei caffè, seduti su sedie sgangherate, a
sorseggiare shay (tè) e a fumare shisha, commentando il calcio, la politica, o
semplicemente osservando la vita che scorre.
In mezzo a questo mondo di adulti, i bambini si ritagliano il loro spazio con incredibile vitalità. Giocano ovunque ci
sia un piccolo slargo: nei vicoli sabbiosi, tra le macerie di edifici
incompleti, nei cortili improvvisati tra palazzi. Un pallone sgonfio può
diventare il centro dell’universo.
Poi, arriva l’ora della preghiera. Il muezzin
chiama, il pallone si ferma. I bambini si siedono, sudati e felici. Qualcuno
offre loro del tè da un bicchiere che passa di mano in mano.
La notte scende lentamente, e il vicolo si fa più
silenzioso. Ma il Cairo, sotto quella pelle di polvere e rumore, continua a
respirare.
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