venerdì 2 giugno 2017

REQUIEM di Greta Munerotto



La morte è sempre stata per l'uomo il mistero più grande, 
qualcosa "che arriva" a prescindere da ogni volere e sapere, 
un mito popolare che coinvolge tutti gli esseri viventi.
 Da sempre provoca sentimenti contrastanti - paura,
 sollievo, rabbia, rassegnazione, accettazione, serenità -
 e in tutte le culture umane rappresenta la fine di un ciclo e 
l'auspicio di una rinascita. 
Le statue che decorano le tombe dei nostri cimiteri 
rappresentano questo legame fra "il prima e il dopo",
 diventandone, a volte, parodia, quasi un'imitazione caricaturale.
 Greta ha saputo cogliere quest'ultimo aspetto,
 proponendoci una visione del cimitero monumentale di Milano che trasmette leggerezza e,
 a volte, ci fa sorridere, in netto contrasto con il luogo.
















sabato 29 aprile 2017

"American way of life (a parody) di Diane Arbus"

Nuova esposizione presso il nostro Spazio espositivo Porta Castello a Marostica per la mostra fotografica 

proveniente dalla collezione privata di Sergio Sartori

"American way of life (a parody) di Diane Arbus"

visitabile dal 01/05/2017 al 31/05/2017 (vedi locandina per orari ed indirizzo). 






















martedì 4 aprile 2017

Cecil Beaton

Nuova esposizione presso il nostro Spazio espositivo Porta Castello a Marostica per la mostra fotografica proveniente dall'archivio di Sergio Sartori

"Ritratti di Cecil Beaton"

visitabile dal 01/04/2017 al 30/04/2017 (vedi locandina per orari ed indirizzo). 
Il curatore dello spazio espositivo signor Sergio Sartori sarà lieto di darvi informazioni sulle opere e sull'autore.


Cecil Beaton nasce a Londra il 14 gennaio 1904, figlio di un commerciante di legname.
A soli 11 anni riceve in regalo la sua prima macchina fotografica, una Kodak 3A a soffietto, ed inizia a scattare ritratti utilizzando le sue sorelle e la madre come modelle, facendosi inizialmente aiutare dalla bambinaia della sorella minore, appassionata di fotografia.
In questo periodo sperimenta metodi rudimentali per riflettere la luce, impara le tecniche di sviluppo e stampa della fotografia e pone le basi anche della sua futura brillante carriera di costumista (ruolo che gli varrà due Oscar): con il pretesto dei ritratti, inizia ad utilizzare materiali casalinghi come lenzuola, stoffe luccicanti, cellophane per approntare costumi originali ed eccentrici.
Dopo il liceo, Cecil Beaton si iscrive a Cambridge dove studio storia, arte e architettura, senza mai smettere di coltivare la passione per la fotografia, manifestando già in questi anni una certa  predilezione per il mondo della gente di successo: personaggi famosi, nobili, ricchi, attori, sono tra i suoi soggetti preferiti e subisce per tutta la sua vita il costante fascino dell’alta società dalla quale smania per essere accolto.
E’ facile immaginare quindi come Cecil Beaton vive il breve periodo in cui lascia Cambridge senza essersi laureato e, costretto dal padre, viene assunto nell’azienda di legname come impiegato nel 1925.
L’anno successivo lascia l’impiego per aprire un proprio studio a Londra e per occuparsi esclusivamente di fotografia, costumi e scenografia.
Nel 1929 parte per New York dove inizia a collaborare stabilmente con la Condé Nast, lavorando come fotografo per Vanity Fair, Vogue e Harper’s Bazar e dove frequenta finalmente gli ambienti glamour dai quali si è sentito sempre attratto.
In quel periodo scatta i suoi più celebri ritratti delle icone artistiche del tempo come Gary Cooper, Katherine Hepburn, Marlene Dietrich e Greta Garbo, che rappresenta la più grande passione di Cecil Beaton (e con la quale ebbe una discussa storia d’amore, nonostante fosse dichiaratamente omosessuale).
Durante la Guerra si allontana dal mondo dall’alta società e viene mandato in Europa come fotografo ufficiale del Ministero dell’Informazione britannico, incaricato di documentare le attività della Raf nel Regno Unito: sua è una delle fotografie più drammatiche e rappresentative della sofferenza britannica durante il conflitto, quella di Eileen Dunne, una bambina di tre anni ricoverata in ospedale mentre stringe la sua bambola di pezza, immagine che finisce sulla copertina di Life e che contribuisce ad orientare l’opinione pubblica americana verso la necessarietà dell’intervento degli Stati Uniti nella Guerra.


Audrey Hepburn 1954 

 Buster Keaton 1931

                                                                                                               

Edith Sitwell 1962 


Frank Sinatra, Sammy Davis Jr, Dean Martin


in "High Society" 1956
 












Gary Cooper, inizio anni Trenta


Greta Garbo 1946 



















 John Wiessmuller 1933

 Marilyn Monroe, 1952


Marlene Dietrich 1935 




Marlon Brando nel 1947
 Pablo Picasso 1965

Rudolf Nureyev 1962




giovedì 2 marzo 2017

"I luoghi dell'abbandono"




Nuova esposizione presso il nostro Spazio espositivo Porta Castello a Marostica per la mostra fotografica proveniente 
dall'Associazione I luoghi dell'abbandono

"I luoghi dell'abbandono attorno a noi"

visitabile dal 01/03/2017 al 31/03/2017 (vedi locandina per orari ed indirizzo). 
Il curatore dello spazio espositivo signor Sergio Sartori sarà lieto di darvi informazioni sulle opere e sull'autore.

http://www.iluoghidellabbandono.com/

https://www.facebook.com/iluoghidellabbandono/?fref=ts




giovedì 2 febbraio 2017

Lucien Clergue

Gentili Amici,
siamo lieti di invitarvi presso il nostro Spazio espositivo Porta Castello a Marostica per la mostra fotografica proveniente dall'archivio Sergio Sartori 
"Lucien Clergue" visitabile dal 01/02/2017 al 28/02/2017 (vedi locandina per orari ed indirizzo). 
Il curatore dello spazio espositivo signor Sergio Sartori sarà lieto di darvi informazioni sulle opere e sull'autore.













Lucien Clergue was born in Arles, France. At the age of 7 he began learning to play the violin, and after several years of study his teacher admitted that he had nothing more to teach him. Clergue was from a family of shopkeepers and could not afford to pursue further studies in a college or university school of music, such as a conservatory. In 1949, he learned the basics of photography. Four years later, at a corrida in Arles, he showed his photographs to Spanish painter Pablo Picasso who, though subdued, asked to see more of his work. Within a year and a half, young Clergue worked on his photography with the goal of sending more images to Picasso. During this period, he worked on a series of photographs of traveling entertainers, acrobats and harlequins, the « Saltimbanques ». He also worked on a series whose subject was carrion.


Mostra Fotografica da "ailis" Marostica