lunedì 4 novembre 2013

“1957 - Mémoires d’Angélique - viaggio sulle orme di J.W Goethe” di Anita Orso



“1957 - Mémoires d’Angélique - viaggio sulle orme di J.W Goethe”
Photo Anita Orso



Le rive del fiume sono costellate di giardini e ville; si vedono piccoli villaggi che sorgono quasi sul corso d'acqua, che per lunghi tratti è rasentato da una strada molto animata”.

                                                                                                                      da Viaggio in Italia
                                                                                                         
                                                                                                                         (J.W Goethe)


Le foto esposte, fanno parte di un portfolio fotografico che rappresenta un viaggio, intrapreso nell’anno 1957, da una giovane turista francese di nome Angélique, appassionata lettrice dello scrittore tedesco j.W. Goethe.
La descrizione dei luoghi visitati da Goethe durante i suoi due anni di permanenza in Italia, desta la curiosità della giovane Angélique che decide di seguire le orme del suo scrittore preferito e di  recarsi in Italia per visitare le città descritte con particolari suggestivi nel “Viaggio in Italia” scritto nel 1816.
Angélique percorre le terre lungo il fiume Brenta fermandosi anche a Valstagna, la cui valle viene  descritta da Goethe come un luogo ricco di fascino.

Shooting fotografico:
location - Valstagna VI
modella - Angelica Bonotto

























Anita Orso 

Era una fredda mattina del mese di dicembre dell’anno 1971, quando sono venuta al mondo. Il mio primo vagito è echeggiato, appena fuori l’ascensore, tra le pareti del corridoio dell’Ospedale di Ginevra in Svizzera.
Avevo senz'altro fretta di nascere e questo mio essere impulsivo e irrequieto mi appartiene ancora oggi. Il voler fare sempre qualcosa di nuovo, il desiderare di esprimere creativamente quanto sento dentro di me, mi ha condotto verso la scrittura, il teatro e la fotografia. Sono passioni e interessi che coltivo privatamente, li considero veicoli delle mie emozioni, sensazioni, sentimenti e percezioni intime.
Mi sono avvicinata alla fotografia, in maniera inconsapevole, già da piccola. Ricordo che la prima macchina fotografica che ho preso in mano è stata una Kodak compatta che proprio per le sue piccole dimensioni mi piaceva tenere in mano. I miei genitori l’avevano acquistata perché era maneggevole e facile da usare, l’utilizzavamo per immortalare le feste dei compleanni della famiglia o la gita domenicale fuori città.  Giocavo di nascosto con la macchina fotografica fingendo di scattare le fotografie. Quando invece, all’età di nove anni, è approdata a casa mia, la fotocamera polaroid, me ne sono subito innamorata. Finalmente potevo scattare le foto senza aspettare il riavvolgimento della pellicola e soprattutto non era necessario portare a sviluppare le foto nel negozio. Così mi chiudevo nella mia stanza e scattavo le foto alle bambole e al mondo che si presentava fuori la finestra: i condomini con le scritte luminose sui tetti, le auto che si fermavano al semaforo e le persone che camminavano.  Ciò che più mi affascinava, dopo aver soddisfatto la curiosità, era la “magia” che avveniva sotto il mio naso: lentamente affioravano, dal nero assoluto, le immagini colorate che avevo catturato.
La fotografia e i filmati girati con le pellicole 8mm, della mia infanzia, mi hanno accompagnato negli anni in maniera naturale e spontanea. Sin da piccola ho sempre visto, negli scafali delle librerie,  album di fotografia e nella mia casa ci sono quadri di foto appesi sulle pareti. Fotografare ha sempre rappresentato un fatto normale un qualcosa che faccio perché mi piace conservare i ricordi di attimi sfuggenti. All’età di 20 anni ho acquistato una reflex Minolta che mi ha accompagnato nei miei viaggi e nelle amate escursioni montane. Con l’avvento del digitale sono passata dalla prima compatta Nikon alla reflex sempre Nikon. Ammetto di non essere dotata di sofisticate apparecchiature e di non utilizzare photoshop, probabilmente saranno dei limiti, ma io preferisco ancora la fotografia “naturale” che comunica e riflette l’emozione catturata nella frazione di secondo necessaria a premere il “click”.
Da un paio d’anni mi dedico alla fotografia con un occhio diverso, pur conservando l’abitudine di fotografare i miei affetti, sento la necessità di comunicare altro e di “mostrare le mie fotografie” anche a persone che non conosco.  In punta di piedi mi sono addentrata nel Mondo infinito della Fotografia, osservando i lavori dei grandi Maestri del fotoreportage e della moda fashion, interpretata con arte.  Tra i miei fotografi preferiti ci sono Henri Cartier Bresson, Gianni Berengo Gardin, Richard Avedon, John French e Deborah Tuberville.
Il percorso da intraprendere è in continua evoluzione, sto “crescendo” e non ci sarà mai un punto di arrivo. E’ paradossale, ma il sapere che dovrò sempre migliorare appaga il mio essere irrequieto.
Da due anni sono socia dell’Associazione “Marostica Fotografia 1979”.
Da un anno alcune mie foto sono selezionate e pubblicate nel sito internet di Vogue Italia.
Da 3 al 20 ottobre 2013 ho esposto alcune foto del portfolio “1957 - Mémoires d’Angélique - Viaggio sulle orme di J.W Goethe” nella Mostra fotografica “Libere interpretazioni” dei soci dell’Associazione Marostica Fotografia 1979, nella sezione “Fuori Palazzo” della Biennale Bassano Fotografia 2013.

MAN RAY Man Ray (Emmanuel Radnitzky all’anagrafe) nacque a New York nell’Agosto del 1890 da una famiglia di origini ebraiche. ​Da sempre mos...